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1976 ♦ Dovete essere piccoli 04 dicembre → 31 dicembre

4 dicembre 1976. Primo sabato del mese.
Di che cosa avete paura?
«Figli miei prediletti, siate sempre docili e lasciatevi condurre da Me con tutta la vostra fiducia.
Nella tenebra di questa ora di prova per la Chiesa, VOI siete chiamati da Me a camminare nella luce.
La luce parte dal mio Cuore Immacolato e giunge sino a voi per ricoprirvi ed illuminare il vostro cammino.
Siate fermi, non dubitate mai più! Il vostro cammino è sicuro, perché è a voi tracciato dalla vostra Mamma celeste.
Il dubbio e la sfiducia, che sempre più fanno presa nell'anima di tanti miei figli Sacerdoti, quanto addolorano il mio Cuore materno. Perché dubitate? Di che cosa avete paura?
Gesù vi ha redenti dal Maligno nella stessa ora del suo trionfo: "Questa è l'ora di Satana e del potere delle Tenebre".
Mio Figlio Gesù vi ha donato per sempre la vita nella stessa ora in cui veniva ucciso sulla Croce. Nell'istante in cui Lui moriva, liberava dalla morte voi tutti.
La mia Chiesa, di cui sono Madre, rivive la vita di Cristo ed è chiamata oggi a ripercorrere il suo stesso cammino. Di che cosa allora avete paura? Di un mondo che si è scagliato, con odio, tutto contro di voi? O di Satana che è riuscito ad introdursi all'interno della Chiesa e a mietere le sue vittime fra i suoi stessi Pastori? O dell'errore che la minaccia, del peccato che sempre più l'oscura, della infedeltà che dilaga?
Questa, figli miei prediletti, è per la mia Chiesa ancora l'ora di Satana e del potere delle Tenebre. Sarà anch'essa immolata come Cristo sulla Croce e sarà chiamata a morire per la salvezza e il rinnovamento del mondo.
Poiché questa per voi è l'ora della purificazione è soprattutto per voi l'ora della sofferenza. Di questa forse avete paura? Ma se per questa ora il Padre dall'eternità uno per uno vi ha chiamati? Ma se per questa ora la vostra Mamma del Cielo da tanto vi ha scelti e vi ha preparati?
Vivete dunque nella serenità del vostro spirito e senza paura, pur fra le inquietudini e le minacce del vostro tempo. Per questo vi ripeto: non guardate sempre al futuro cercando cosa avverrà. Vivete solo l'attimo presente con tutta la vostra fiducia e il vostro abbandono in questo mio Cuore».

24 dicembre 1976. Notte Santa.
Vi chiede il vostro dono di amore.
«Vivi con Me, figlio prediletto del mio Cuore Immacolato, queste ore di vigilia: nella preghiera, nel silenzio, nell'ascolto della tua Mamma celeste.
Oggi, come allora, è la nascita di mio Figlio Gesù; oggi come allora, figli miei prediletti, dovete prepararvi alla sua venuta.
Col mio sposo Giuseppe, giusto e casto, umile e forte, scelto dal Padre per essere di aiuto prezioso soprattutto in questi momenti, facevo l'ultimo tratto di un cammino molto faticoso.
Sentivo la fatica del viaggio, il rigore del freddo, l'incertezza dell'arrivo, l'insicurezza di ciò che ci avrebbe atteso.
Eppure vivevo come lontana dal mondo e dalle cose, tutta assorta in una continua estasi col mio Bambino Gesù che stavo ormai per donarvi.
Mi portava la sola fiducia nel Padre; mi cullava la dolce attesa del Figlio; nello Spirito mi riempiva solo pienezza d'amore.
Da Mamma pensavo a una casa e il Padre ci preparava un rifugio; sognavo per il mio Bimbo una culla e già era pronta la mangiatoia; il Paradiso in quella notte era tutto racchiuso in una grotta.
E quando stanchezza ci prese e il continuo rifiuto di accoglierci quasi fiaccò la nostra umana resistenza, fu pronta quella grotta alla Luce. E nella luce di un Cielo che si apriva ad accogliere la grande preghiera della Madre, il mio verginale germoglio si schiuse al dono divino del Figlio. Con Me, figli miei prediletti, date al suo Cuore il primo bacio. Sentite con Me il primo suo battito. Guardate per primi i suoi occhi.
Ascoltate il suo primo vagito: di pianto, di gioia, d'amore. Vuole solo il vostro conforto.
Vi chiede il vostro dono di amore.
Fasciate con amore le sue piccole membra: ha tanto bisogno di caldo! Lo circonda tutto il gelo del mondo. Lo conforta il solo caldo d'amore.
Da allora, ogni anno la Chiesa rinnova questo mistero. Da allora mio Figlio rinasce per sempre nei cuori.
Anche oggi c'è un mondo che lo rifiuta e gran parte gli chiude le porte. Come allora i grandi lo ignorano.
Ma si apre il cuore dei piccoli. Si placa l'attesa dei semplici. S'illumina la vita dei puri. In questa notte santa, figli miei prediletti, vi voglio affidare il mio Bambino.
Lo depongo nella culla del vostro cuore. Il vostro amore si accresca di gran fuoco. Devo accendere con esso tutto l'amore del mondo».

31 dicembre 1976. Ultima notte dell'anno.
La vera povertà dello spirito.
«Passa le ultime ore di questo anno, che il Cuore Immacolato della Mamma celeste ha reso per te straordinario di grazie e di doni, in preghiera e nel raccoglimento interiore.
Io stessa ti ho voluto e ti ho portato in questa casa che da tempo ti ho preparato. Sei qui nel silenzio e nella preghiera: mi ascolti, mi parli, invochi il Padre con Me. Hai accanto questo tuo fratello che tanto ti ama e che, nel mio Cuore, tanto bene ti vuole.
La tua Mamma celeste guarda con occhi diversi dai vostri:
è uno sguardo di luce e di amore. Per Me è grande chi agli occhi degli uomini è considerato un nulla e di nessun valore.
Questa casa sconosciuta e sperduta, che non attira l'attenzione di nessuno, è ora il luogo della mia presenza e qui, e non altrove, ti ho voluto per passare con Me questi giorni di festa.
Abituati a guardare ogni cosa con gli stessi occhi di tua Mamma. Guarda sempre con compiacenza e con particolarissimo amore quelli che il mondo ignora e disprezza.
Siano al tuo cuore più grandi quelli che gli uomini stimano un nulla e di nessun valore: i poveri, i piccoli, gli umili, i sofferenti, gli sconosciuti.
Anche fra i tuoi fratelli Sacerdoti ti devi sentire più vicino a quelli che sono trascurati e considerati da nulla.
Oh, sapessi quali tesori preziosi sono per il mio Cuore di Mamma tutti questi miei figli prediletti che nessuno considera!
Dammeli in questa ultima notte dell'anno: offrimeli ad uno ad uno. Quanto il loro amore conforta il mio Cuore Immacolato! Come la loro bellezza nascosta ripara il dolore recato al mio Cuore da chi si sente grande, stimato e vive cercando ogni umana considerazione.
La vera povertà dello spirito è il dono che Io faccio a chi chiamo. È il vuoto che attira il mio amore. È l'onda su cui si può ascoltare e capire la mia Voce.
Sii sempre povero così, per vedere ogni nuovo giorno con i miei occhi e per donarmi a chi da tanto, nella povertà, mi attende».
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