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Parte seconda
CRITERI TEOLOGICI PER LA COMPRENSIONE DEL LIBRO
Alcuni credono che il Movimento Sacerdotale Mariano si identifichi con il libro «Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna», e cioè che il Movimento ed il libro siano la stessa cosa. È un errore. Infatti il M.S.M. è distinto da libro. Il Movimento e un'Opera della Madonna e consiste essenzialmente nel chiamare i Sacerdoti alla consacrazione al suo Cuore Immacolato, ad una grande unità al Papa ed alla Chiesa e ad orientare i fedeli ad una rinnovata devozione mariana.
Come si vede, l'enunciazione dei punti che caratterizzano il Movimento è assai semplice e, quando uno li vive, vi appartiene, anche se, per ipotesi, non avesse mai conosciuto l'Opuscolo. In questo senso il Movimento Sacerdotale Mariano è distinto dal libro. Ma quando uno incomincia seriamente a vivere questi impegni, sente naturale il bisogno di domandarsi: come debbo viverli? Chi mi dona sicurezza che li vivo? Quale strada devo percorrere? A queste domande risponde il libro, perché esso traccia l'itinerario che si deve compiere, per vivere concretamente la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Può dunque il M.S.M. fare a meno del libro? In teoria sì, ma in pratica assolutamente no. Infatti, come il Movimento è Opera della Madonna, così è Lei stessa che, con il libro, si è scelto uno strumento indispensabile per la sua diffusione e per una genuina comprensione del suo spirito.
«Anche il libro è solo un mezzo per la diffusione del mio Movimento. Un mezzo importante, che Io ho scelto, perché piccolo. Esso servirà a fare conoscere a molti questa mia Opera di amore fra i miei Sacerdoti» (24 giugno 1974).
Ora mi sembra utile soffermarsi un poco a chiarire l'origine e la forma letteraria del libro, i suoi pregi ed i suoi limiti e, soprattutto, a tracciare alcuni criteri di sana teologia, che si ritengono necessari per una sua esatta comprensione. In questa indagine ci si è avvalso del notevole aiuto apportato dalle Circolari 16 e 18 di don Stefano Gobbi ed, in particolare, dalla precedente introduzione.
a) Origine e forma del libro.
Dal luglio 1973 don Stefano aveva iniziato ad annotare alcuni pensieri limpidi e forti, che gli nascevano dall'anima. In obbedienza al Direttore spirituale, si pensò di raccoglierli in un Opuscolo di poche pagine e si riuscì così a preparare la prima edizione, che fu presentata al raduno dei Sacerdoti del Movimento, che si tenne a fine settembre dello stesso anno. L'accoglienza fatta al medesimo fu piuttosto negativa.
Perché un tale rifiuto, nonostante si giudicasse il contenuto perfettamente conforme a quanto, nella preghiera e nei colloqui, si era intuito come il cammino del Movimento Sacerdotale Mariano? Per le stesse ragioni per cui, anche oggi, il libro da molti trova difficoltà nell'essere accettato.
- Anzitutto perché mancava di approvazione ecclesiastica. Essa non era richiesta, trattandosi allora di una piccola pubblicazione pro-manoscritto e fuori commercio.
- Poi per la forma letteraria con cui si presentava. Infatti indicava l'indirizzo spirituale del Movimento come tracciato dalla Madonna stessa, attraverso un fenomeno mistico detto «locuzione interiore», ed ai preti questo aspetto torna solitamente sgradito.
- Specialmente perché, con tanti messaggi che oggi circolano, dei quali è lecito pensare che una parte sia di origine patologica ed un'altra di discutibile autenticità, si temeva che, presentando il libro sotto questa forma, si sarebbe esposto a trovare sul suo cammino insormontabili ostacoli e gravi difficoltà, soprattutto da parte delle autorità ecclesiastiche.
Queste perplessità però venivano gradualmente superate da una sempre più vasta accoglienza fatta al libro da parte dei sacerdoti, religiosi e fedeli e dal moltiplicarsi ovunque delle sue traduzioni nelle principali lingue conosciute. Si avvertiva da tutti, prima con una certa sorpresa e poi con profonda gioia dell'anima, che esso era un mezzo molto povero e piccolo, ma scelto dalla Madonna per la diffusione del Movimento in ogni parte del mondo. Il libro infatti è uno strumento, umanamente assai limitato di cui la Mamma Celeste ha voluto servirsi per attirare i Sacerdoti ed i fedeli a loro affidati. Una volta attratti al suo Cuore materno, Sacerdoti e fedeli verranno da Lei introdotti nell'intimo del Cuore di Gesù, per vivere nel cuore della Chiesa, suo Corpo Mistico.
Se si prende fra le mani questo libro con rispetto, e lo si medita con semplicità di cuore, ci si accorge di ascoltare una parola viva, dolce come il miele e tagliente come una spada. In esso viene proposta una spiritualità basata sulla Rivelazione e la vita della Chiesa, attraverso pilastri luminosi quali S. Giovanni Evangelista, i santi Francesco di Assisi e di Sales, S. Luigi Grignion de Montfort, S. Giovanni Bosco, Teresa di Lisieux e S. Massimiliano Kolbe. Se ne può verificare la validità solo se la traduciamo in pratica: dai frutti si conoscerà la qualità dell'albero.
Il libro non è organizzato in capitoli ben definiti e concatenati, perché lo stesso Movimento Sacerdotale Mariano viene compreso più chiaramente nelle sue esigenze e ricchezze, man mano che la Madonna lo fa conoscere attraverso gli scritti di don Stefano Gobbi. Lei stessa delinea, diffonde e stabilisce il M.S.M., in maniera tanto discreta quanto grandiosa, ormai in ogni parte del mondo.
b) Pregi e limiti del libro.
I pregi e i limiti del libro derivano dall'essere un semplice, ma prezioso strumento per il Movimento Sacerdotale Mariano.
1) È un mezzo prezioso per la sua diffusione.
Il M.S.M., si è ormai diffuso in ogni parte e vi è sempre giunto attraverso il libro. Esso è stato spontaneamente tradotto nelle principali lingue ed ha cosi potuto offrire ai Sacerdoti la possibilità di conoscere il pressante invito della Madonna a consacrarsi al suo Cuore Immacolato.
Da tutti i continenti i Sacerdoti, attirati dal suo invito materno, hanno risposto con la loro adesione al Movimento, si sono affidati a Maria, hanno iniziato a riunirsi nei cenacoli e, in tal modo, l'Opera della Madonna è riuscita a diffondersi ovunque e a giungere persino nelle parti più remote e lontane della terra. Quando don Stefano, per partecipare ai Cenacoli, si reca anche nei luoghi più sconosciuti, trova la bella sorpresa di vedere il Movimento già diffuso, poi deve riconoscere che il mezzo di una tale diffusione è sempre stato il libro. Il libro dunque adempie, in maniera meravigliosa, al compito di fare conoscere ovunque il Movimento Sacerdotale Mariano.
2) È un mezzo prezioso per la comprensione del suo spirito.
La meditazione di quanto è contenuto nel libro spesso riesce ad operare vere trasformazioni nelle anime. Esso aiuta a vivere lo spirito della consacrazione, e talvolta lascia nei Sacerdoti l'impressione di rispondere a loro particolari necessità, li incoraggia a superare circostanze difficili, li conduce gradualmente a fare ogni cosa con Maria, per mezzo di Maria ed in Maria. Le migliaia di lettere di adesione, inviate dai Sacerdoti ai vari Centri nazionali, testimoniano questa realtà. Cito, a conferma, alcuni brani di tre lettere di Sacerdoti, che ho ricevuto.
Da un Sacerdote italiano: «Sono in possesso del vostro libro, che mi ha fatto conoscere il mio Vescovo, ora defunto. Egli leggeva abitualmente il libretto, l'aveva sempre in mano e, quando i suoi occhi incominciarono a perdere la forza, ero io che dovevo leggergli alcune pagine. Egli si dilettava, provava grande utilità per il suo spirito, ne traeva gioia e fervore».
Da un Missionario in Brasile: «La mia paura è quella di fermarmi e ne ho tanti di motivi. Questi sono elencati in quelle facili tentazioni, che, or l'una or l'altra, sono il mio cibo di ogni giorno. Poi, meditando il libro, rinnovo il mio atto di abbandono nel Cuore Immacolato di Maria e, un po' alla volta, la fiducia rinasce. Come vorrei vivere la consapevolezza di essere proprietà di Maria!».
Da un paese del centro America: «Sono un sacerdote ridotto allo stato laicale da 14 anni; non pregavo più, travolto da una grave crisi di fede e di morale. Sono professore in una grande Università. Ho avuto tra le mani il vostro libro, ma per molti mesi non lo lessi, credendolo un trattatello comune e corrente di devozione mariana. Finalmente sentii il desiderio di aprire il libro, che non avevo ancora aperto. Non so cosa successe in me. Dalla prima pagina si svegliò un desiderio crescente di leggere più e più, un fervore, un rinnovato amore a Gesù ed alla sua Chiesa. Mi sono allora ricordato di ciò che avevo imparato in Seminario: a Gesù per mezzo di Maria. Mi sono preparato durante tutto il mese di novembre e l'8 dicembre ho fatto la mia consacrazione al Cuore Immacolato» .
Pregi innegabili del libro sono dunque i contributi che esso riesce a dare nella diffusione e nella comprensione dello spirito del Movimento Sacerdotale Mariano.
3) I limiti del libro.
I limiti del libro sono evidenti e sono rappresentati dal fatto che esso è uno strumento innegabilmente povero e piccolo. Questa sua povertà e piccolezza si rileva in diverse maniere. Anzitutto dalla forma: esso infatti si presenta sotto forma di locuzioni interiori, e ciò può costituire per molti una pietra d'inciampo alla sua accettazione. Ma da parte di chi? In genere da parte di coloro che tendono a respingere qualsiasi forma di intervento soprannaturale, perché accolgono solo quello che passa attraverso il proprio giudizio razionale. Possono essere anche persone buone, preparate, colte, ma sono troppo grandi e così restano scandalizzati di fronte alla estrema piccolezza di questo strumento. Anche dal contenuto si rileva la sua piccolezza. Il libro infatti non è un trattato di teologia, né di mariologia e non si presenta come un compendio completo di devozione mariana.
Neppure sviluppa, in maniera sistematica, le ragioni bibliche e teologiche in favore della esperienza spirituale della consacrazione a Maria, e che pure sono di notevole peso e valore, come è provato dal Trattato sulla vera devozione a Maria del Montfort1. Esso espone, con un linguaggio estremamente semplice, quello che la Mamma Celeste oggi desidera dai Sacerdoti, suoi figli prediletti. Si tratta di pagine scelte da un diario, il cui contenuto però corrisponde alla dottrina rivelata ed all'insegnamento della Chiesa. Ha sapore di un colloquio tra Madre e figli, in uno stile, al primo impatto col libro, che può sembrare troppo dolce, in alcuni casi, e troppo aspro in altri.
Alcuni temi poi ritornano con martellante insistenza, mentre altri vengono quasi ignorati. Non si è di fronte ad un'opera scritta a tavolino, che sviluppi un canovaccio già predisposto. Perché la delusione non porti al rifiuto del libro, occorre tenere presente che qui è doverosamente presupposto quanto ogni Sacerdote deve sapere e cioè che, per la sua vita interiore, per il suo apostolato, per vivere in comunione con tutta la Chiesa ed il mondo, egli deve attingere dalla Rivelazione, dal Magistero, dalle fonti della sana filosofia, teologia, letteratura, ascetica e mistica.
La base teologica del M.S.M. infatti è costituita da tutta la dottrina mariana contenuta nella Sacra Scrittura, illustrata dai Padri ed esposta dal Magistero della Chiesa. Il libro non vuole essere un compendio di essa, poiché nella Chiesa esistono già istituzioni specializzate a questo scopo. Nulla pertanto è più contrario alla verità della idea, che alcuni si fanno, di trovare, negli aderenti al Movimento Sacerdotale Mariano, dei Sacerdoti allergici alla sana scienza teologica o sentimentali o creduloni.
Al contrario, si può serenamente attestare che, fra quelli che hanno inviato la loro adesione al Movimento, vi sono Sacerdoti che godono di particolare rilievo nel settore culturale, altri che occupano posti di grande responsabilità, altri addetti ad umili mansioni, ciascuno con i suoi pregi e i suoi difetti, tutti però sono fra le persone interiormente più equilibrate.
Un Sacerdote di Irlanda ha osservato che nel libro è compendiata la dottrina del Montfort sulla consacrazione, la via dell'infanzia spirituale di Santa Teresa del Bambino Gesù e l'attuazione del messaggio di Fatima. A ciascuno il compito di farne una verifica. A me sembra che vi sia veramente tale sintesi perché, per vivere la consacrazione a Maria, occorre offrirsi a Lei in una schiavitù di amore, la quale si realizza concretamente vivendo come bambini affidati al suo Cuore Immacolato, così da lasciarsi, con estrema docilità, nutrire, vestire e condurre da Lei in ogni momento.
Se mai ora può sorgere una domanda estremamente interessante: perché la Madonna ha voluto scegliere uno strumento così piccolo e limitato?
«Tu non hai capito, figlio, che Io ho scelto la stoltezza per confondere la saggezza e la debolezza per sconfiggere la forza» (27 settembre 1973).
Il segreto è tutto qui. Ma è lo stesso segreto del Vangelo. Gesù non ha condannato i saggi ed i sapienti, però ha ringraziato il Padre Celeste di avere nascosto ad essi i misteri del suo Regno e di averli rivelati ai piccoli2. Certamente ogni aderente al Movimento Sacerdotale Mariano ha il dovere di leggere e di meditare quanto viene contenuto nel piccolo, ma prezioso strumento del libro, se vuole vivere il suo atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e contribuire così a realizzare il suo materno disegno di salvezza e di misericordia.
c) Criteri teologici per la sua comprensione.
La locuzione interiore.
1)   Lasciando libertà a ciascuno di tenersi le proprie convinzioni in proposito, si crede di poter affermare, con ponderata sicurezza, che in questo libro sono presentate delle «locuzioni interiori». Purtroppo la teologia mistica è poco conosciuta: alcuni fenomeni o vengono sottovalutati, fino ad essere derisi aprioristicamente o sopravvalutati sino a ritenerli quasi alla pari della Rivelazione ufficiale.
Si dimentica che la Grazia ci fa veri figli di Dio e che Maria è vera Madre nostra. Non si ricorda abbastanza che la preghiera non è un monologo, ma un dialogo, in cui la parte più considerevole deve essere lasciata ai celesti interlocutori. Si sa che Dio ha infinite possibilità di comunicare con i suoi figli, scegliendo per ciascuno la forma più adatta, oltre a quelle ufficiali che tutti conoscono.
2) Che cosa è una locuzione interiore? Anzitutto è doveroso precisare che essa non è un fatto strano, né sensazionale, ma è un fenomeno mistico presente nella vita della Chiesa e descritto nei manuali di teologia spirituale. Essa non è una comunicazione sensoriale con Gesù, la Madonna o i Santi, come avviene nelle autentiche apparizioni. Qui non si vede con gli occhi, non si ascolta: con le orecchie, non si tocca nulla.
Non è nemmeno però solo quella buona ispirazione, quella luce che lo Spirito Santo fa piovere ordinariamente nella mente e nel cuore di chi prega e vive di fede. Se si tratta di un fenomeno autentico, la locuzione interiore è il dono di quanto Dio vuole fare conoscere ed aiutare a compiere, ed il suo rivestirsi di pensieri e di parole umane, secondo lo stile e la grafia di chi riceve il messaggio.
La persona diventa strumento di comunicazione, pur mantenendo intatta la sua libertà, che si esprime in un atto di adesione all'azione dello Spirito Santo. Mentre accoglie la parola del Signore, il suo intelletto rimane come inattivo: cioè non va alla ricerca né dei pensieri, né del modo di esprimerli, come avviene, ad esempio, in chi scrive una lettera o prepara un discorso impegnativo.
3) S. Giovanni della Croce3 chiama locuzioni, o parole soprannaturali formali, quelle parole distinte che lo spirito riceve non da sé, ma da un'altra persona, talora stando raccolto, talora no. (Salita del Monte Carmelo: cap. 26, n. 2). Il Tanquerey definisce le locuzioni, o parole soprannaturali, come manifestazioni del pensiero divino intese dai sensi interni o esterni. (Compendio di teologia ascetica e mistica: cap. 3, n. 1494). Si può dunque dare delle locuzioni interiori questa definizione: «Esse sono parole chiarissime, avvertite dalla persona che le riceve come se nascessero dal cuore, e che, collegate fra loro, formano un messaggio». Il richiamo del Cielo è quasi sempre improvviso: è il Signore, oppure sono la Madonna, gli Angeli ed i Santi, che hanno l'iniziativa del momento e del contenuto del messaggio.
4) Per discernere le locuzioni autentiche da quelle spurie, che sono frutto di deliberato inganno o di morbosa autosuggestione o addirittura di interferenza di Satana, ci sono norme abbastanza precise. La letteratura in proposito non è ricca, né aggiornata; aiutano gli scritti dei grandi mistici (San Giovanni della Croce, Santa Teresa d'Avila, Sant'Ignazio, Santa Caterina da Genova e da Siena) e gli studi e trattati di teologia spirituale del Tanquerey, di Royo Marin, di A. Poulin, di Garrigou-Lagrange, ecc. Meno facile invece è misurare il peso dell'elemento umano, di cui viene a rivestirsi la ineffabile Parola di Dio, per arrivare alla comprensione di quanto il messaggio contiene di essenziale e di universale, di divino insomma.
Si sente dire frequentemente che i messaggi, come quelli contenuti nel libro, sono troppo frequenti e prolissi. Si fa una comparazione con lo stile del Vangelo e delle Apparizioni approvate dalla Chiesa, dimenticando che si tratta di manifestazioni della Parola di Dio molto diverse, e non solo per autorità, ma anche per modalità. Nel rispetto di ogni persona e della sua libertà, perché si dovrebbe fare eccezione solo per Dio, come se ci dovesse chiedere permesso e adeguarsi ai nostri gusti nello scegliere i luoghi, i tempi, i modi e gli strumenti per comunicare con i suoi figli? Bisogna crescere nello spirito di Sapienza, per gioire con Gesù, quando esclama: «Ti ringrazio. Padre, perché tieni nascosti i tuoi segreti ai dotti ed ai saggi, mentre li riveli ai bambini», e per esultare con l'anima della Mamma Celeste, quando canta: «I poveri hai riempito di beni e i ricchi hai rimandato a mani vuote».
Le locuzioni interiori del libro.
Nel caso specifico del libro «Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna» è bene tenere presenti questi criteri teologici, che possono essere di aiuto per una sua più profonda comprensione.
1) Ciò che viene da Dio porta sempre un profondo senso di pace, suscitando verso di Lui maggiore umiltà e confidenza; aiuta a distaccarci dal male ed a realizzare il bene in una forma semplice, costante; è rispettoso della nostra libertà e di quella del prossimo. Chi scrive ed opera in nome di Dio edifica per il senso di equilibrio, di umanità, di fortezza d'animo, pur nel contesto dei limiti e dei difetti umani. Se qualche passo di questo libro portasse turbamento, sarebbe meglio rimandarne la lettura a tempi migliori, piuttosto che mettersi in angustie.
2)    Dio può e vuole comunicare, in ogni momento della storia, con i suoi figli viventi sulla terra. Esiste per noi cristiani la possibilità di conoscere se è veramente parola di Dio quella che ci giunge, confrontandone il contenuto con la Rivelazione, custodita fedelmente e presentata infallibilmente dal Magistero della Chiesa. Nel nostro caso l'insieme del messaggio, come ogni singola parte, deve essere letto e vissuto nel contesto della dottrina cristiana. Lo scopo di queste locuzioni è quello di condurre più facilmente e stabilmente i Sacerdoti alla santità di vita, ricordando che:
a) La maternità di Maria, con i diritti ed i doveri che ne conseguono per Lei e per me, mi riguarda personalmente.
b) La Madonna, che è la più umile e la più pura delle creature, non è fine a se stessa, ma è la Madre che genera ed educa i figli adottivi, completando l'opera compiuta nel figlio Gesù. La meta è quindi solo la glorificazione della Santissima Trinità, cui è chiamato un Sacerdote che si sforza di realizzare la sua vocazione.
c) Essendo Maria Madre della Chiesa, il contesto storico della sua azione e della nostra risposta è l'ubbidienza, l'unione senza incrinature con chi nella Chiesa ha il ministero dell'autorità, cioè il Papa, i propri Vescovi ed i legittimi Superiori.
d) Poiché il Sacerdote è uomo dedicato a Dio a vantaggio degli uomini, egli si sente in dovere di comunicare ai suoi fedeli la gioia, la ricchezza e gli impegni della consacrazione alla Madonna, da lui, per primo, fatta e vissuta.
3) Mentre non si fa questione di età, di doti umane, di prestigio e tanto meno delle personali esperienze passate, positive o negative che siano, per essere accolti nel M.S.M., non comprenderebbe nulla del medesimo colui che volesse entrarvi con spirito settario. Nella Chiesa c'è la sostanza che rimane immutabile e vi sono le forme esterne, di cui la Parola e la Vita si rivestono e che, come un vestito, cambiano col tempo.
Gli inguaribili nostalgici del tempo passato confondono l'antico, che vale sempre, con il vecchio che può essere sostituito. Così pure i famelici ricercatori di nuove esperienze sembrano saperne una di più dell'Eterno Padre, e in dovere di sollecitare iniziative allo Spirito Santo, quasi che la salvezza di ogni anima non camminasse sugli unici binari della preghiera e della penitenza.
4) Siccome le componenti e le espressioni della dottrina e della vita cristiana sono varie e complesse, in questi scritti non si intende sottovalutare e tanto meno condannare nessuna di esse. Se qualche espressione, ad esempio, verso la teologia contemporanea sembra forte, si deve intendere che l'appunto non è fatto alla teologia, ma al modo poco prudente con cui viene presentata da alcuni sedicenti teologi e a come viene recepita, ancor peggio, da altri.
Un altro esempio: alcuni temi, come quelli sociali e pastorali, non sono trattati espressamente sia perché il libro, non essendo una enciclopedia, non può dare risposta ad ogni domanda, sia perché chi veramente si affida alla Madonna non discute soltanto nelle debite sedi, ma vive e risolve i concreti problemi pastorali e sociali. Basterebbe ricordare don Bosco, don Orione e lo stesso Papa attuale.
5) Nel fenomeno delle locuzioni interiori riportate nel libro, don Stefano, in atteggiamento di estrema normalità, né in trance, né in estasi, scrive di seguito e senza fatica mentale, senza ripensamenti e correzioni, quanto percepisce interiormente, esprimendolo senza farvi attenzione, secondo la ricchezza e la povertà del proprio stile e temperamento, anche quando si tratta di fare emergere verità prima non conosciute dal soggetto, o addirittura prima da lui non ritenute per tali. Dagli scritti di don Stefano Gobbi si è preferito scegliere quelle pagine che illuminano meglio l'affidamento totale alla Madonna, in un clima di evangelica infanzia spirituale. Sulla validità dei medesimi ci si è attenuti ai criteri classici tradizionali: - la corrispondenza con la Verità rivelata;
-  l'atteggiamento costante di umiltà e di ubbidienza; - alcune conferme domandate umilmente a Dio;
- la disponibilità serena del soggetto e la pace che precede e segue la divina comunicazione.
Come segno positivo si è creduto però di privilegiare l'enorme bene che il M.S.M. ha già fatto nelle anime di decine di migliaia di Sacerdoti, parecchi dei quali si trovavano in situazioni di crisi, ed il bene compiuto in moltissimi fedeli. Dai meravigliosi frutti prodotti c'è da dedurre che la causa va solo ricercata nella luce spirituale che dallo Spirito Santo, per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, scende nella mente e nel cuore di chi prende fra le mani questo libro.
6) Siccome, in questo periodo di notevoli trasformazioni per la Chiesa e per il mondo, si moltiplicano casi di persone, che si dicono privilegiate di doni carismatici, come visioni, locuzioni, dono delle guarigioni, ecc., il M.S.M. prende questo atteggiamento:
-  Non fa unità, fino ad identificarsi, con nessuna associazione, persona o fatto, che presenti aspetti soprannaturali. Riconosce di non avere il diritto né di approvare, né di condannare, perché questo compito tocca alla Chiesa. Lascia libero ogni Sacerdote di comportarsi, a titolo personale, come la prudenza gli suggerisce, sempre però in perfetta ubbidienza all'Autorità ecclesiastica.
-  Quando invece si tratta di rivelazioni, che contengono dottrine in contrasto con il Magistero, o di persone che escono chiaramente dai moduli della normalità umana e dell'equilibrio cristiano, deve mettere in guardia i suoi membri, perché restino nella totale fedeltà alla Chiesa.
-  In riferimento a persone e ad avvenimenti, che la Chiesa ha voluto approvare, il M.S.M. rispetta al massimo le scelte ed i gusti di ciascuno, anche se non può prescindere da quanto è avvenuto a Fatima, fatto di importanza universale, non ancora ben compreso ed ancor meno testimoniato, anche se è stato ufficialmente accolto dalla Chiesa. Basti ricordare i papi Paolo VI4 e Giovanni Paolo II5, che si sono recati pellegrini alla Cova da Iria.
d) Consigli utili per chi legge.
1) Come è ovvio, gli aderenti al M.S.M. devono accettare in primo luogo tutto il patrimonio della Rivelazione, nella luce del Magistero ufficiale. Sono invece liberi di accogliere o di non dare importanza o di rifiutare scritti e avvenimenti che vengono chiamati genericamente come «rivelazioni private». Siccome si conosce poco la dottrina e la storia mistica, è facile cadere o nel fanatismo scanzonato di chi, per preconcetto, nega e ridicolizza tutto in partenza o nel fanatismo ingenuo di chi accetta tutto senza alcun discernimento.
Occorre allora tenersi lontani da due eccessi:
- la credulità infantile, che non prende in esame la persona e l'avvenimento, per verificare la credibilità su un piano umano, prima ancora che soprannaturale. Gli strumenti di Dio, pur nella loro piccolezza e povertà, presentano sempre una nota di dignità e di purezza e non mancano loro, come per i veri apostoli, i segni dello Spirito Santo che li accompagna.
-  la superficialità orgogliosa, che rifiuta o addirittura combatte quanto invece potrebbe essere opera di Dio. Si dimentica, in concreto, quello che si rispetta in astratto, e cioè la perfetta libertà di Dio e di tutto il Paradiso di comunicare con noi, pellegrini sulla terra.
2) Nel leggere questo Diario, che per molti Sacerdoti è già diventato un libro di quotidiana riflessione, occorre accogliere le singole espressioni con criterio, cioè nel senso buono che si ricava da tutto l'insieme. Si prenda, ad esempio, il consiglio della Madonna di rinunciare ai giornali e alla televisione. Esso può essere accolto, in qualche caso, alla lettera. Per molti Sacerdoti vorrà dire piuttosto di non sciupare ore preziose, seguendo programmi frivoli e tendenziosi e di non leggere gli avvenimenti del mondo nella visuale materialistica di gran parte dei mezzi attuali di comunicazione sociale.
Un altro esempio si ha nelle frequenti frasi, che a prima vista possono lasciare sconcertati, in cui si afferma che il trionfo del Cuore Immacolato di Maria coincide con la venuta del Regno glorioso di Cristo. Esse vanno naturalmente interpretate nella luce di quanto insegna la divina Scrittura (Apocalisse, capitolo 20,1-7)6 ed il Magistero autentico della Chiesa. A proposito si vedano i frequenti riferimenti che, nella sua prima enciclica «Redemptor Hominis» ed in altri importanti documenti, il papa Giovanni Paolo II7 fa sulla Chiesa del secondo avvento che attende la seconda venuta di Gesù.
3) Un altro consiglio sta nell'invito ad accettare il carattere di uno strumento piccolo, quale è questo libro. La Madonna lo vuole così, secondo lo stile della Provvidenza che, come S. Paolo insegna, sceglie ciò che, secondo il mondo, è debole e povero, per confondere la scienza terrena e la potenza diabolica.
4) Poiché l'aria fumosa che si respira e l'astuzia del Demonio possono giocare brutti tiri, non ci si deve fermare alle apparenze, talvolta morbide, dello stile. I Sacerdoti, che si sono abituati all'azione educatrice di Maria, testimoniano come Ella agisce con dolcezza, ma anche con fermezza. Non per nulla l'eterno Padre le ha affidato, perché lo generasse nella natura umana e lo educasse al Calvario, il Figlio suo Unigenito. Se la Madonna ci prende con le belle maniere è perché ci ama come una mamma e per distenderci poi, senza che ci ribelliamo, sul legno della Croce, trasformandoci in copie simili a Gesù crocifisso. Altro che sentimentalismi!
5) Anche i numerosi riferimenti ai tempi cattivi che viviamo ed al doloroso futuro che ci attende vanno sempre interpretati nella loro giusta prospettiva, che è quella indicata dalla Sacra Scrittura. Quante volte ed in quanti modi il Signore ha minacciato di castigare il suo popolo, proprio nel tentativo di sospingerlo sulla strada della conversione e del ritorno a Lui. Si pensi, come esempio, alla predicazione del profeta Giona, inviato da Dio ad annunciare la distruzione della città di Ninive. Molti si sono fermati perplessi proprio di fronte al carattere profetico che rivestono alcuni messaggi. E si sono posti la domanda: è poi vero quanto è scritto? Succederà quanto viene predetto? E se non si verificasse, quale credibilità possono ancora avere le parole del messaggio?
Da una attenta lettura del libro si ricava la risposta più appropriata a tutte queste domande. Eccola:
«Non fermatevi alle predizioni che vi dono, cercando di farvi comprendere i tempi che vivete. Come mamma, vi dico i pericoli che correte, le minacce che incombono, quanto potrebbe capitarvi di male, solo perché questo male può essere ancora da voi evitato, i pericoli possono essere sfuggiti, il disegno della Giustizia di Dio può venire sempre mutato dalla forza del suo Amore misericordioso.
Anche quando vi preannunzio i castighi, ricordate che tutto, in ogni momento, può essere cambiato dalla forza della vostra preghiera e della vostra penitenza riparatrice. Non dite dunque: - Quanto ci hai predetto non si è avverato -, ma ringraziate con Me il Padre Celeste perché, dalla risposta di preghiera e di consacrazione, dalla vostra sofferenza, dalla immensa sofferenza di tanti suoi figli, Egli sposta ancora lo spazio della divina Giustizia, perché possa fiorire quello della grande Misericordia»
(21 gennaio 1984).
6) Occorre possedere una solida maturità evangelica, che impedisce sia il disprezzo o la svalutazione aprioristici anche di un libro come questo, sia la sua sopravvalutazione. Essa darà, in altre parole, il giusto senso del rispetto di una esperienza, che si ritiene trasmetta un messaggio, e della libertà interiore con cui deve essere accolta.
La percezione che nessuna parola e nessun messaggio sono la Parola, e la consapevolezza che, in fenomeni quali le locuzioni, si può inserire anche una misura notevole di soggettivo e di umano, non deve per principio rendere radicalmente sospettosi. Bisogna guardare e valutare e, come diceva San Paolo, ritenere ciò che di buono vi si coglie e se ne può ricavare.
Un giusto rispetto deve dunque accompagnare in partenza l'accostamento a libri come questo. Ma il rispetto si allea da sé con un senso di libertà, che nasce dalla capacità di collocare al giusto posto anche «i messaggi» che tali libri intendono trasmettere. Si è detto e ripetuto: le parole della Madonna, che qui vengono fatte conoscere, non sono né un nuovo Vangelo, né una nuova fede.
Conducono e fanno ritrovare - secondo una loro tipica risonanza e prospettiva - il Vangelo e la fede. Quindi anche un libro come questo potrà essere accolto, secondo la sua misura di verità, e condurre cosi alla Verità che è Cristo e sarà il modo più giusto di vivere, da autentici «fanciulli» evangelici, il rapporto con la Madre del Signore e nostra.
7) Questo invito ad una fede ingenua e disarmata, nei confronti della Madre di Cristo e della Chiesa, traccia una specie di linea di forza, secondo cui orientare uno stile di vita e di personalità cristiana. Essa dovrà trovare la propria collocazione nell'insegnamento mariologico della Chiesa, quale, ad esempio, si è espresso nel Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, capitolo VIII)8.
Nessuna locuzione, neppure quelle raccolte in questo libro, può surrogare o porsi in parallelo con la proposta pubblica, ufficiale della fede della Chiesa, da cui apparirà la fisionomia completa di Maria e della sua missione. Entro la Chiesa occorre collocare e prestare anche uno stile di infanzia nel rapporto con lei, e quindi nella vita e nella missione apostolica.
Maria è nella Chiesa e conduce a Cristo nella Chiesa: a quella Chiesa che si è recentemente espressa nel Concilio Vaticano II e che si è data delle mete pastorali, che un prete deve fare proprie. E' nel segno della totale docilità della fede, che Maria conduce a vivere il mistero della Chiesa: e quindi accettandone - ed orientando ad accettarne - anche la dimensione ministeriale - apostolica.
Anche un prete, un prete diocesano in particolare, non potrà trovare tutti i contenuti del suo essere prete e della sua missione in questo libro: vi potrà trovare eventualmente una prospettiva, un punto di vista, un centro unificatore ed un principio di animazione del suo sacerdozio, e prima della sua personalità cristiana. E ciò non sarà né a detrimento dell'attenzione alla pastorale della sua Chiesa, né a detrimento della giusta attenzione alla sana teologia.
8)   Finalmente un ultimo consiglio per chi si accosta alla lettura di questo libro. Si guardi più alla sua sostanza che alla forma e lo si prenda in mano non con prevenzione, ma con umiltà e semplicità di cuore. Lo si legga senza presunzione e senza avidità.
Si torni a meditarlo con calma e con amore. E poi si passi alla sua verifica nella vita di ogni giorno, facendo personale esperienza di quanto la Madonna chiede e promette. Le decine di migliaia di Sacerdoti che, in questi anni, hanno fatto così, non se ne sono pentiti; anzi pregano la Madonna perché altri seguano la stessa strada.
Don Stefano Gobbi
Milano, 8 Dicembre 2007.
Solennità dell'Immacolata Novantesimo delle Apparizioni di Fatima.
1973

2  In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». (Mt 11,25-27)
3  Juan de Yepes Álvare, conosciuto come Juan de la Cruz - italianizzato in Giovanni della Croce - nacque il 24 giugno 1542 a Fontiveros (Spagna). Il padre Gonzalo de Yepes faceva parte della nobiltà di Toledo, cacciato tuttavia di casa e diseredato per aver sposato Catalina Álvarez, una povera tessitrice di seta. Giovanni manifestò fin da piccolo inclinazione alla carità verso i poveri e ancora di più verso la preghiera contemplativa. Nel periodo tra il 1551 e il 1559 ebbe una formazione culturale ed artigiana nel "Colegio de los doctrinos" di Medina del Campo (Valladolid), dove la famiglia si trasferì. Successivamente compì diversi mestieri come il falegname, il sarto, il pittore, l'intagliatore, l'accolito della Chiesa della Maddalena, il commesso e l'aiutante infermiere nell'Ospedale della Concezione. Nel 1563 entrò nell'Ordine Carmelitano e tra il 1564 e il 1568 compì gli studi universitari a Salamanca. Giovanni della Croce venne ordinato sacerdote nel 1567: tra il mese di settembre e quello di ottobre dello stesso anno incontrò Teresa d'Avila, da cui fu conquistato in vista dell'inizio della riforma dell'ordine dei Carmelitani; a sua volta Santa Teresa lo prese in grande considerazione, chiamandolo il suo "piccolo Seneca", con scherzoso ed evidente affettuoso riferimento alla sua corporatura esile, definendolo anche "padre della sua anima". Dopo numerosi colloqui con Teresa d'Avila, il 9 agosto 1568 si recò a Valladolid per la fondazione del primo convento di Carmelitane Scalze e vi rimase fino a ottobre, informandosi dettagliatamente sulla nuova vita riformata; all'inizio di ottobre andò a Duruelo (Segovia), adattandovi un cascinale a primo convento dei Carmelitani Scalzi; il 28 novembre, prima domenica d'Avvento, inaugurò la vita riformata. Tra le varie sofferenze, fisiche e spirituali, che dovette sperimentare a seguito della sua adesione alla riforma, spicca in particolare l'imprigionamento nel carcere del convento dei Carmelitani Calzati di Toledo (il 2 dicembre 1577), per un incidente di cui venne ritenuto erroneamente responsabile: San Giovanni della Croce rimase rinchiuso per più di otto mesi, sottoposto a maltrattamenti e torture fisiche, psicologiche e spirituali, trovando nel contempo ispirazione per comporre alcuni dei suoi poemi mistici più noti. Alla fine riuscì a fuggire il 17 agosto 1578 in modo avventuroso. A Granada nel 1584 terminò la prima redazione del suo "Cantico Spirituale". Intanto avrebbe redatto e perfezionato i suoi principali trattati spirituali. Giovanni della Croce fu infatti poeta e teologo, nonché autore di svariati trattati teologici riguardanti soprattutto la preghiera e il cammino spirituale dell'anima. E' considerato anche uno dei maggiori poeti in lingua spagnola. Nell'ultimo periodo della sua vita venne abbandonato dalla maggior parte dei suoi seguaci. Il 28 settembre 1591, ammalato, parte per Úbeda (Jaén), dove trascorse gli ultimi mesi di vita. Il 14 dicembre 1591 muore a soli 49 anni di età. I suoi scritti vennero pubblicati per la prima volta nel 1618. Beatificato nel 1675, fu proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato dottore della Chiesa da Pio XI nel 1926. Le opere di San Giovanni della Croce, di Santa Teresa d’Avila, di Santa Teresa del Bambin Gesù e di Santa Caterina da Siena, sono disponibili al seguente indirizzo:   https://ocds-modena.webnode.it/
5  San Giovanni Paolo II ha effettuato tre pellegrinaggi a Fatima: il 13 maggio 1982, il 25 marzo del 1984 e il 13 maggio 2000. Cfr.  http://www.latheotokos.it/programmi/PAPI_FATIMA/giovanni-paolo-ii-e-fatima.html. Il frequente e intenso rapporto di Giovanni Paolo II con Fatima (Papa tra il 10 ottobre 1978 e il 2 aprile 2005) è dipeso da una coincidenza che lo segnò profondamente: l'attentato di cui fu vittima e che avvenne il giorno dell'anniversario, e quasi alla stessa ora, della prima apparizione della Madonna di Fatima: il 13 maggio 1981. La coincidenza è un segnale chiaro inviatogli da Dio. Il Papa è convinto di essere stato salvato da Maria; chiede che gli sia portata in ospedale l'ultima parte del segreto di Fatima, ancora da divulgare; legge le Memorias di Lucia; procede immediatamente a una prima consacrazione della Chiesa e del mondo all'Immacolato Cuore di Maria. Egli disse ai suoi collaboratori più prossimi: «Dobbiamo fare qualcosa», e il 12 maggio dell'anno seguente rivelò: «Vidi in tutto quanto accaduto - non mi stancherò di ripeterlo - una speciale protezione materna della Madonna. E per coincidenza - e non ci sono mere coincidenze nei disegni della Provvidenza divina - vidi anche un appello e, chissà, una richiesta di attenzione per il messaggio che da lì partì sessantacinque anni fa, per mezzo di tre bambini». Seguì una lunga storia, lunga quanto il suo pontificato, di dichiarazioni, atteggiamenti, viaggi, decisioni e gesti che sono attestati da un'impressionante mole di documenti, senza pari nella storia del papato.
6  Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell'Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po' di tempo. Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni. Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere. (Ap 20,1-7)
7  Cfr. Insegnamenti di San Giovanni Paolo II in https://ocds-modena.webnode.it/.
8  Cfr. Documenti del Concilio Vaticano II in https://ocds-modena.webnode.it/.

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