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REGISTRAZIONE ♫ AUDIO
25° GIORNO ╬ Perché si va in Purgatorio.

GESÙ. — Figlia, quando l’anima esce da questa vita, se ha la più piccola macchia di colpa, entra nel Purgatorio per rendersi pura e degna di Me sue Dio; e, sebbene le pene del Purgatorio siano da paragonare riguardo all’intensità a quelle dell’inferno, l’anima riguarda il Purgatorio come una grande misericordia, poiché le macchie delle colpe che sono ancora in lei la rendono indegna di me. Quest’anima si slancia volontariamente nel fuoco dell’espiazione, attiratavi dal fuoco ardente della carità, a fine di purificarsi per rendersi degna di Me, suo Bene Sommo; e se ella conoscesse un altro Purgatorio meno lungo quantunque più duro e doloroso, ella vi si getterebbe per il grande amore che nutre verso di Me e il desiderio vivissimo d’essere degna di possedermi. Nel Purgatorio quest’anima, giusta e amante, perde di vista tutto il resto per non vedere che due cose sole: la purezza di Me suo Dio che ella ama, e la necessità di rendersi degna della mia beatifica visione. Se quest’anima potesse, non ancora purificata, essere ammessa nel Cielo, ella soffrirebbe dieci volte più che nel Purgatorio: bisogna quindi che il più piccolo peccato sia cancellato dal fuoco purificatore. Il mondo stima cosa da nulla quei difetti che la maggior parte degli uomini commette con tanta indifferenza e nei quali cadi tu pure ogni giorno senza darti il minimo pensiero di evitarli, ma quei piccoli difetti devono essere purgati nel fuoco orribile del carcere doloroso. Osserva, figlia, laggiù in quella tremenda fornace quanti parenti, e amici, per i quali tu non preghi più, illudendoti sulla loro bontà; ascolta i loro gemiti e avrai orrore del più piccolo peccato. «Infelici, essi esclamano, infelici noi che non ci siamo curati delle piccole colpe, noi soffriamo per quelle distrazioni, brevi sì, ma volontarie nella preghiera, soffriamo per il poco raccoglimento avuto nella casa di Dio, soffriamo per quel pò di pigrizia nel levarci, per quelle parole oziose, senza fine buono, dette per comparire, soffriamo per quei piccoli sdegni che non curammo di vincere, per quelle leggere avversioni che serbammo nel nostro cuore, soffriamo per la delicatezza nel volere i nostri comodi, per le piccole omissioni al nostro dovere, per i giudizi temerari, per le disobbedienze e irriverenze verso i superiori! Oh, quanto tempo ci tengono lontani da Dio questi peccati; quanto contristano il Cuore del nostro amorosissimo Padre queste cose che noi consideravamo da nulla! Oh, voi che ci amate, non venite dove noi siamo, soffrireste troppo; vivete nella giustizia, nella santità e nel timore di Dio!» — Non sono, o figlia, queste parole tali da farti temere della minima colpa e desiderare di porgere copiosi suffragi a quelle benedette che soffrono tanto?

L’ANIMA. — Misericordioso Gesù, che sarà di me che ho commesso tanti e così grandi peccati se le più piccole colpe si scontano con anni ed anni nel carcere doloroso? Finché avrò vita non mi stancherò di pagare per quelle infelici che vi gemono, e Tu, Gesù buono, ispirerai ad anime pietose di pregare per me dopo la mia morte, affinché, liberata da quelle pene tremende, possa venire a lodarti e goderti eternamente in Cielo.

FIORETTO. Offriamo a Gesù Sacramentato una preghiera ricca d'indulgenze in suffragio dell’Anima che soffre in Purgatorio da più lungo tempo. (De profundis.)
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